Fano (PU) – “Non c’entra nulla la disponibilità della vasca di colmata, che è stata finita e collaudata già dal 12 marzo del 2015. Il sindaco deve spiegare ai cittadini le vere ragioni del ritardo accumulato nel dragaggio del porto”. Il Movimento 5 Stelle di Fano, dopo aver presentato in Regione tramite il consigliere Piergiorgio Fabbri un’interrogazione sul tema, oggi attacca il sindaco.
“La vera ragione del ritardo – scrivono Hadar Omiccioli, Marta Ruggeri e Giovanni Fontana -, come si può leggere nella risposta alla nostra interrogazione , è che il progetto di dragaggio selettivo delle darsene, approvato dal consiglio comunale nella seduta del 10 ottobre scorso, è stato sostanzialmente bocciato dalla Regione. Contrariamente a quanto chiesto dal Comune di Fano, la Regione ha disposto che anche i sedimenti meno inquinati di classe A2, invece di essere destinati all’immersione a mare, siano recapitati nella vasca di colmata insieme a quelli più inquinati di classe B. Questo comporta che ulteriori 7.873 mc di sedimenti di classe A2 andranno ad utilizzare lo spazio concesso al Comune di Fano nella vasca di colmata, vanificando gran parte del progetto di escavo per l’insufficienza della quota riservata al Comune. Bisogna tener conto, infatti, anche dei sedimenti stoccati “provvisoriamente” nella banchina del porto e nell’area di Fantasy World a Torrette di Fano, che anch’essi devono necessariamente trovare collocazione nella vasca di colmata. I tecnici comunali – precisano i pentastellati – stanno cercando di superare questo ostacolo e speriamo che entro poche settimane le cose si risolvano al meglio, ma dalla parte politica ci saremmo aspettati maggiore trasparenza nei confronti dei cittadini che subiscono i disagi derivanti dalla situazione di insabbiamento del porto. I presunti buoni rapporti del sindaco Seri in Regione – conclude la nota – evidentemente sono solo millantati. Si lavora sempre in emergenza e non c’è un piano a lungo termine per tenere sotto controllo l’insabbiamento. Se non si cambia purtroppo i cittadini continueranno a pagarne le conseguenze”.