Fano (PU) – Inizia a prendere forma il nuovo Parco Urbano, tanto caro ai residente di Vallato e alle associazioni che da sempre si battono per questo polmone verde della città. L’amministrazione comunale ha svelato oggi i nomi dei vincitori del concorso di idee avviato proprio per dare un nuovo volto a questo spazio, “concorso che arriva – ha sottolineato il sindaco, Massimo Seri – al termine di un iter che ci ha visto rispettare tutte le tempistiche, dall’acquisizione del terreno da parte del demanio, all’approvazione delle varianti urbanistiche, fino ad oggi dove queste idee vengono svelate alla città”.
Ad aggiudicarsi il concorso, valutato da un’apposita commissione presieduta dal dirigente provinciale, l’architetto Maurizio Bartoli, è stata la società ingegneristica Studio Silva Srl di Bologna che ha prevalso sullo studio Pitzalis Hanssen associati di Roma e su Rtp Studio Arc.a. e società Terre.it di San Leo. Lo studio vincitore ora dovrà redigere un piano particolareggiato che sarà posto al vaglio della giunta, dopodiché si potrà dare il via al primo stralcio di lavori. L’idea dello studio Silva srl per i 30 ettari totali di terreno, ha prevalso sulle concorrenti in quanto è riuscita a trattare il tema della viabilità limitando l’impatto e creando aree verdi facilmente fruibili e gestibili. Gli edifici esistenti non saranno abbattuti ma riutilizzati e sarà ultimata la pista ciclabile che collega il parco con via del Fiume. Non è previsto un collegamento pedonale invece tra i quartieri divisi dal parco, Vallato e Sant’Orso.
20 i progetti presentati, ma solo dieci sono stati valutati dalla commissione in quanto la metà esatta è stata scartata per non aver rispettato alcuni criteri previsti nel bando. “Questo dispiace – ha commentato il presidente della commissione – resta il fatto che i dieci partecipanti erano tutti molto validi e ognuno di loro ha dato degli spunti che potranno tornare utili all’amministrazione”. Proprio su questo tema c’è l’intervento del Movimento 5 Stelle che pone dubbi sulla regolarità del bando, in particolar modo sulla parte riguardante “l’anonimato” della presentazione: “L’articolo 9 del bando – scrivono – precisa che il plico deve garantire l’anonimato del mittente a pena di esclusione dal concorso. Tutti i plichi, i documenti e gli elaborati in essi contenuti, anche in formato digitale, dovranno essere privi di qualsiasi segno di riconoscimento. Peccato che poi all’articolo 9.2 si contraddicono scrivendo che sul plico esterno e sulle buste dovrà essere riportata una stringa di otto caratteri alfanumerici scelto dal concorrente. Ecco forse un codice alfanumerico non è un segno distintivo e/o riconoscimento?”.
A prescindere da questa presunta imprecisione, resta il fatto che al parco urbano si sono interessati studi di tutta Italia e che finalmente si riuscirà a rispondere ad un esigenza della comunità, come conferma l’applauso spontaneo del pubblico alla proclamazione del vincitore.