Esercizi per combattere la cervicale
- 29 Agosto 2017
Il dolore cervicale o cervicalgia è un problema della parte alta della colonna vertebrale, si tratta di un disturbo abbastanza comune che comprende una vastità di sintomi di diversa natura.
Il disturbo è caratterizzato prima di tutto da forti rigidità e tensioni muscolari, quando si ha a che fare con questi tipi di problemi, tutti parlano generalmente di vertebre ma in realtà il fattore scatenante di essi sono per la maggior parte i muscoli. Infatti, l’eccessiva tensione muscolare mantenuta nel tempo, crea problemi alle vertebre più che il contrario.
Alcuni studi dimostrano che se la rigidità dei muscoli diminuisce leggermente, si può stare bene anche in presenza di questi problemi, tant’è vero che la maggior parte delle persone li hanno anche senza saperlo. Viceversa quando la tensione dei muscoli è eccessiva, cominciano a verificarsi una serie di sintomi, tra i più comuni si riscontrano, oltre alla rigidità e al dolore che sono alla base, mal di testa, sbandamenti, vista offuscata e nausea sono altre conseguenze possibili.
La domanda che bisogna porsi è: perché i muscoli si irrigidiscono così? I fattori che possono causare rigidità muscolare sono molteplici e variabili; al fine di fare un a classificazione esaustiva e chiara li divideremo in 3 gruppi; fattori meccanici, fattori metabolici e fattori nervosi.
Tra i fattori meccanici si fanno rientrare le posizioni assunte durante le ore di lavoro, specialmente le posture nei lavori di ufficio, dove si stanno parecchie ore nelle medesime posizioni davanti al pc, ma anche la conformazione congenita della schiena e l’attività sportiva che si pratica o si è praticato, possono avere un peso notevole nel determinare la tensione della cervicale.
I muscoli cervicali possono risentire anche degli squilibri metabolici, in particolar modo quelli del tratto gastro enterico; abbiamo visto come una muscolatura cervicale particolarmente contratta possa influire sulla nostra digestione causando nausee, un’irritazione cronica di stomaco o intestino è spesso legata ai muscoli cervicali più dolenti. Questo collegamento avviene mediante il nervo vago (il decimo delle dodici paia di nervi cranici o encefalici che partono dal tronco encefalico composto da midollo allungato, ponte e mesencefalo).
Infine, i muscoli cervicali, sono una vittima prediletta dello stress emotivo; più il sistema nervoso è attivo, più i muscoli sono contratti diventando sempre più rigidi e dolenti. Il fatto che i muscoli cervicali tendano ad irrigidirsi con lo stress emotivo, causa una quantità infinita di diagnosi di disturbi cervicali legati all’ansia anche quando quest’ultima c’entra poco o c’entra come conseguenza.
In questi casi un programma di esercizi mirato e soprattutto eseguito con costanza può decisamente migliorare se non risolvere in gran parte il problema. Fondamentale, nell’eseguire questi esercizi, è la lentezza e la rilassatezza; se eseguiti in maniera lenta e soprattutto controllata possono risultare utili per la cura dei dolori cervicali, viceversa se compite movimenti veloci e bruschi, sicuramente non porteranno risultati sperati, ma addirittura dannosi. Queste esercitazioni vanno praticate con costanza tutti i giorni, ed ogni luogo potrà essere come una sorta di “palestra”, ufficio, casa, macchina.
La terapia per la cervicale è caratterizzata da una combinazione di: attività di allungamento, rinforzo muscolare, allenamento aerobico. Uno degli esercizi più efficaci è senza ombra di dubbio: l’esercizio di retrazione cervicale. Questo tipo di movimento può essere svolto parecchie volte durante la giornata, anche quando siete in macchina; si tratta di movimenti semplici ma assolutamente efficaci. Piegate in avanti le prime due vertebre (atlante ed epistrofeo). La prima volta che fate questo esercizio dovete avere particolari accorgimenti, come quello ad esempio, di bloccare la colonna vertebrale contro una porta, staccare i piedi di circa 3 centimetri dalla stessa, portare la testa indietro finché la parte posteriore della testa tocca l’uscio, si tiene la testa contro la porta per circa 5 secondi. Questo esercizio può essere eseguito sia in piedi che seduti, quando lo effettuate in macchina usate il poggiatesta come punto di arrivo per la retrospezione della testa. Questo tipo di movimento è efficace per rinforzare i muscoli estensori del dorso.
Un altro esercizio è il cobra pronato, efficace nel rinforzare i muscoli del cingolo scapolare (muscoli che connettono il torace al braccio), del collo e della parte superiore della schiena. Partite sdraiati con la pancia sul pavimento con la faccia in giù (la posizione prona utilizza la gravità come resistenza per il rinforzo muscolare). Tenete le braccia distese sui fianchi, con i palmi rivolti verso il basso sul pavimento, si avvicinano le scapole e si sollevano le mani dal pavimento. Bisogna ruotare i gomiti e i palmi delle mani in fuori portando il pollice verso l’alto, si solleva in modo delicato la fronte di circa un centimetro guardando dritto e stando in piano, cercate di mantenere la posizione per circa 15 secondi ed eseguite il movimento una decina di volte.
Gli esempi di esercizi che vi ho citato hanno a che fare con pratiche di stretching e quando fate questo genere di allungamenti è fondamentale non tirare troppo; cioè in una scala da 0 a 10 tenete la tensione sul livello 6. Inoltre, vi dovete assicurare di non avere controindicazioni ad eseguire gli esercizi a causa di particolari patologie (per qualsiasi tipo di dubbio, rivolgetevi al vostro medico); infine, se durante l’esecuzione degli esercizi, avvertite sintomi quali: abbassamento della pressione e nausea sospendete immediatamente l’attività.
Dovete sapere comunque che gli esercizi non nascono per creare e dare beneficio immediato, certo questo a volte può succedere, ma si verifica maggiormente se abbinate costanza e determinazione, i cambiamenti veri e propri avvengono con il passare del tempo.
Potete tuttavia effettuare dei pre e post test esercizi: se nel test “post” vi sembra che il collo si muova meglio, avete sicuramente fatto un ottimo lavoro, che con ulteriore pazienza porterà al conseguimento di risultati ancora migliori.
Se, viceversa non vi sembra di aver ottenuto particolari miglioramenti subito dopo la sessione di allenamento, non disperatevi, alcune strutture possono essere molto rigide e richiedere quindi tempi leggermente più lunghi. In questo influisce anche il cervello che è così attaccato a determinate abitudini, anche sbagliate, che instaurarne di nuove è a volte difficile anche se si ha a che fare con abitudini a carattere benefico. Se ci pensate, è un paradosso che alle volte, non facciamo altro che tenerci i nostri problemi solo per non vincere la fatica di instaurare un’abitudine nuova.
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