Fano (PU) – Continua il viaggio alla scoperta dei personaggi a cui sono state intitolate vie o piazze della città.
Malvezzi (via, già Strada Malvezzi) da una nobile famiglia bolognese. Nel 1692 la contessa Maria Chiara Malveggi (o Malvezzi) sposò messer Michelangelo Borgogelli, patrizio di Fano (di un ramo oggi estinto), che discendeva da Francesco Borgogelli. e che aveva in quella via il suo palazzo.
Mandria (via della); già contrada della Mandria, perché presso le Mura della Mandria (linea murata e con torri cilindriche che andavano dal Ponte Astalli all’Arco d’Augusto ove fu aperta una porta romana) probabilmente un tempo pascolavano e vi si custodivano le bestie.
Luigi Mercantini (via intitolata con delibera del Commissario Straordinario n. 11 del 29.1.1957. (Ripatransone, Ascoli Piceno, 20.9.1921 – Palermo, 17.11.1872), poeta e patriota. Figlio del Cagliese Domenico Mercantini, servitore ed uomo di fiducia di Monsiglior Luigi Ugolini, fu educato nel seminario di Fossombrone, e giovanissimo insegnò lettere ad Arcevia e a Senigallia. Partecipò ai moti del 1848. L’anno successivo fuggì a Corfù, poi a Zante dove pubblicò i suoi primi versi; nel 1852 andò a Torino. Nel 1857 deplorò la tragica fine della spedizione di Carlo Pisacane in una poesia (La spigolatrice di Sapri) che ebbe larghissima diffusione e fu molto popolare. Garibaldi che lo ammirava molto e lo riteneva il poeta dei suoi volontari, gli affidò l’incarico di comporre un inno (1859): l’inno di Garibaldi, che fu musicato dal maestro Alessio Olivieri. “Io spero di intonarlo presto caricando i nemici del nostro paese”, scriveva l’eroe all’autore. Le ultime quattro strofe furono aggiunte dopo la spedizione dei Mille, nel dicembre del 1860.
Mercantini insegnò storia nell’Università di Bologna e letteratura italiana in quella di Palermo. I suoi numerosi Canti furono raccolti da Giovanni Mestica (1885).
Enrico Millo, via intitolata con delibera consiliare n.146 del 9.4.1970. (Chiavari 1865-Roma 1930) Ammiraglio e Ministro della Marina nel 1913.14. Durante la guerra italo-turca pianificò, impiegando cinque torpediniere, la violazione dello stretto dei Dardanelli, avvenuta nella notte fra il 18 e il 19 luglio 1912, alla quale prese parte personalmente imbarcandosi sulla “Spica”. L’azione, che aveva come scopo principale l’attacco alle grandi navi da guerra ottomane che si trovavano nello stretto, non conseguì i risultati sperati in quanto le torpediniere furono scoperte dalle sentinelle avversarie prima che potessero lanciare i loro siluri e costrette a ripiegare a causa dell’intenso tiro delle batterie sistemate lungo le sponde dello stretto. Millo venne comunque ricompensato per questa impresa, con la concessione della medaglia d’oro al valore militare, Comandò poi una divisione di esploratori e fu Governatore della Dalmazia dal 1918 al 1922.