Fano (PU) – Il 29 giugno scorso, il sindaco di Fano Massimo Seri, ha invitato i capigruppo del consiglio comunale a fornire il loro parere in merito alla relazione predisposta dall’advisor sulle ipotesi di fusione delle due società Aset Spa e Aset Holding, in particolare sulla proposta illustrata come unica soluzione, ovvero la fusione per incorporazione della Spa dentro la Holding. I primi a rispondere alla richiesta del primo cittadino sono stati i consiglieri comunali Alberto Santorelli, Marianna Magrini di Progetto Fano e Davide Del Vecchio dell’Udc. “Ci sentiamo di confutare questa tesi – rispondono i 3 al sindaco – in quanto la sentenza della corte costituzionale del 2011 pone in discussione la proprietà delle reti in capo a Spa ancorchè a totale capitale pubblico indipendentemente che le stesse siano “società patrimoniali” o meno. La problematica riguarda possibili debiti non soddisfatti dalle Spa pubbliche in quanto le stesse società rispondono con tutto il patrimonio e quindi con le reti, principio che vale anche oggi per la Holding la quale non può avvalersi di alcuna disposizione speciale che ne tuteli il patrimonio/demanio dall’aggressione di eventuali creditori”.
I consiglieri comunali inoltre sostengono che Aset Holding abbia gestito in maniera non idonea la valorizzazione degli asset patrimoniali come la rete gas: “Prometeo fino a 3 anni fa produceva circa 8 milioni di euro di utili dei quali 800mila destinati alla Holding e quindi al Comune. Oggi invece gli euro destinati a Fano sono solo 90mila. A questo punto ci chiediamo se Aset Holding abbia effettivamente valorizzato l’asset patrimoniale di cui era delegata e, aprendo l’ufficio Prometeo, abbia voluto creare un diversivo per attutire i mancati introiti. In questo caso la cosa più logica da fare era cedere Prometeo o riprendere le quote in campo al comune per poi venderle valorizzando così l’asset patrimoniale. Cosa che inspiegabilmente non è stata fatta. Detto ciò ci rimane difficile comprendere come possa realizzarsi la fusione per incorporazione della Spa nella Holding da momento che ci troviamo a trattare due società molto simili ma di proporzioni completamente sbilanciate in favore della Spa”.
Un’altra mancanza evidenziata da Santorelli, Magrini e Delvecchio è, secondo loro, la totale mancanza di un piano industriale: “Sulla parte economica – sottolineano – vengono elencati i risparmi in maniera ingenerosa e non viene data una valutazione in profondità degli investimenti e dei maggiori servizi che la società unica potrebbe attivare. Ci riferiamo a investimenti sugli impianti come il compostaggio ad esempio e sulle modalità di raccolta differenziata, oppure sui servizi ai comuni soci come quelli tramite Aset Entrate o le Farmaia comunali oppure l’implementazione di alcuni servizi come quello della gestione del verde da unire a quello dell’illuminazione pubblica e dei parcheggi già presente”.
Infine i 3 si concentrano sulle ripercussioni che questa mancata fusione ha portato finora ai cittadini: “Le ricordiamo – scrivono i 3 in una nota diretta al sindaco – che la mancata fusione sta producendo mancate economie di sistema per circa 1 milione e 200mila euro all’anno e che la sua amministrazione essendo in estremo ritardo ne è quantomeno politicamente responsabile. Detto ciò restiamo pertanto dell’idea che la fusione vada fatta per incorporazione di Aset Holding in Aset Spa e vada fatta con estrema celerità ma rileviamo su tutta questa vicenda il silenzio, perlomeno negli atti, del comitato di controllo del comune sulle società partecipate. Pertanto la invitiamo a fornirci un parere del comitato di controllo con eventuale consulenza di alto profilo che operi nell’esclusivo interesse del Comune e non delle società oggetto della fusione”.