Cartoceto (PU) – Mercoledì 8 agosto 2018 la sala “Liverani” del Comune di Cartoceto era colma di gente. Amici, figli, nipoti, fratelli di coloro che, con la loro fatica, hanno contribuito a risollevare le sorti del nostro Paese nei difficili anni del dopoguerra, grazie al carbone a basso costo che l’Italia riceveva (in base agli accordi) per ogni tonnellata prodotta col sudore e la fatica dai nostri connazionali nelle miniere del Belgio.
Trascorsi 62 anni da quando, l’8 agosto 1956, nella miniera belga di Marcinelle incontrarono la morte 262 minatori, 136 dei quali italiani (in prevalenza abruzzesi), tra essi 9 originari della nostra provincia di Pesaro-Urbino, tutti partiti alla ricerca di un lavoro e di una vita più dignitosa. Un emigrazione così capillare e diffusa che in ogni nostro comune e frazione è ancora possibile rintracciare testimoni e discendenti di minatori e lavoratori che abbiano vissuto quell’esperienza.
Nato dalla collaborazione tra un gruppo di amici belgi e italiani (Pascal Zaffini, sua moglie Micheline, il loro nipotino Mathieu e il sottoscritto), il Comune di Cartoceto nelle persone del vicesindaco Michele Mariotti e dell’assessore Matteo Andreoni, con l’adesione della Pro-Loco locale, è stato possibile onorare il ricordo di questi italiani all’estero attraverso l’incontro d’eccezione con Urbano Ciacci, ex minatore ottantaduenne, nato a Cartoceto il 17 ottobre 1935 e partito ancora minorenne per lavorare proprio nella miniera di Marcinelle.
Il vicesindaco Mariotti, dopo aver portato i saluti dell’Amministrazione Comunale ha ricordato che l’8 agosto viene celebrata la “Giornata del Sacrificio del Lavoro Italiano nel Mondo“ istituita con una direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri il 1 dicembre del 2001. Concludendo, ha invitato i presenti a pensare all’incontro come un momento di unità e di identità nazionale tralasciando ogni divisione corporativistica e partitica.
Urbano ha letteralmente rapito il cuore di tutti i presenti con la sua voce profonda e schietta e i suoi ricordi della vita in miniera intrisi di riconoscenza e commozione vera. Egli è uno degli ultimi testimoni di quelle vicende e a lui va il merito (come scritto nella targa che il Comune di Cartoceto ha voluto donargli) di custodire la memoria del lavoro italiano all’estero e di tramandarlo alle generazioni future.
Al termine tuti gli intervenuti hanno potuto dialogare personalmente con Urbano Ciacci, toccando ancora di più la vera umanità che lo muove in giro per il mondo, gustando i prodotti tipici del luogo, offerti dalla Proloco di Cartoceto.
Alla fine dell’incontro, nel piazzale antistante, si sentiva parlare il francese insieme all’italiano e al dialetto.