Pesaro – Gas naturale liquefatto (GNL), gas di petrolio liquefatto (GPL), oppure metano o ancora HVO (ovvero il carburante sintetico prodotto da materie prime sostenibili), meglio moto come biodiesel? Quale sarà il carburante nel futuro dell’autotrasporto? Imprese ed autotrasportatori, stretti tra aumento delle accise, impennata dei costi generali di gestione (pedaggi, assicurazioni, costi di manutenzione), concorrenza dei vettori esteri non sanno che fare e come investire in futuro per il rinnovo del loro parco mezzi. Ma non è solo questo il cruccio della categoria in questa fase di transizione. Se ne è discusso a Pesaro nel corso di un convegno organizzato da CNA Fita delle Marche al quale è intervenuto il vicepresidente della Commissione trasporti della Ue, Matteo Ricci.
“Un Fondo Europeo per la competitività, altrimenti il settore dell’autotrasporto rischia una grave crisi”. Secondo Ricci “per raggiungere gli obiettivi prefissati dall’ Unione Europea servono tanti soldi e vanno individuate risorse per favorire gli investimenti delle imprese. Inoltre gli autotrasportatori devono sapere quale dovrà essere il carburante per la transizione: ad esempio il gas liquefatto o ancor meglio il biodiesel”.
Transizione che, secondo Cna Fita, passa anche attraverso le infrastrutture. Servono aree di servizio adeguate, punti di ricarica e completamento delle reti TEN-T (Reti di Trasporto Trans-europee). All’incontro con Ricci erano presenti, insieme al presidente Cna Fita Marche Roberto Grazioli e al segretario Riccardo Battisti, Matteo Fabbri referente nazionale Cna Fita per il trasporto in Europa, Pierluca Mainoldi per Cna Fita Liguria, Michele Santoni per Cna Fita Toscana e Paolo Fantinato per Cna Fita Veneto.
In attesa dei fondi europei auspicati da Ricci, l’autotrasporto marchigiano continua ad attraversare una difficile congiuntura e le imprese che spengono per sempre i motori e decidono di cessare l’attività sono sempre più numerose.
Nei primi nove mesi del 2024, le imprese marchigiane in attività dell’autotrasporto sono passate da 3.271 a 3.112 con un calo di 159 imprese. Se il numero delle imprese diminuisce, quelle che restano sul mercato, faticano a trovare autisti. Nel mese di settembre, le aziende marchigiane dell’autotrasporto , secondo l’Indagine Excelsior Unioncamere, avrebbero voluto assumerne 450 ma due terzi di questi non si trovano, nel 48 per cento dei casi per mancanza di candidati e nel 18 per cento dei casi per la preparazione inadeguata degli aspiranti conducenti di Tir. Un problema, quello della mancanza di autisti, come a tutta l’Unione Europea dove ne mancano più di 400 mila.
I motivi? Secondo il segretario Cna Fita Marche Riccardo Battisti “sono legati alla scarsa attrattività nei confronti dei giovani. Inoltre non nascono nuove imprese per gli alti costi di avvio dell’attività e per l’alto costo dei mezzi, per il quale servono incentivi. E’ questo il quadro che è stato presentato al Vicepresidente della Commissione Trasporti della UE da presidente Cna Fita Marche Roberto Grazioli, che ha trovato in Ricci un interlocutore disponibile a portare in Europa le istanze degli autotrasportatori.