Fano (PU) – “Ripartire dalle piccole imprese, base portante dell’economia locale, tutelando quelle micro attività con l’obiettivo di ricostruire il tessuto economico e sociale”. Questa la prerogativa condivisa tra il candidato sindaco della coalizione di centrodestra “Per Fano” Luca Serfilippi ed i rappresentanti locali della Confesercenti Fano.
Confesercenti ha dialogato con Serfilippi su quelli che devono essere i punti cardine per il rilancio dello sviluppo della città a partire da un maggior coinvolgimento dei quartieri che si sentono trascurati rispetto al centro e zona mare, passando per la rigenerazione del centro storico bloccato tra attività sfitte, mancanza di decoro urbano e sicurezza. Senza dimenticare il lungomare nelle zone di Lido, Porto e Sassonia, alle prese tra parcheggi a pagamento, servizi mancanti (non c’è uno sportello bancomat), occupazione di suolo pubblico, pulizia dell’arredo pubblico. La necessità di maggiori eventi a Torrette e Ponte Sasso ed anche maggiori collegamenti per non isolare la zona sud della città.
“Nella mia campagna ‘Per Fano’ – sottolinea Luca Serfilippi – ho messo in evidenza cinque parole chiave per la Fano che vogliamo che rappresentano il faro della guida amministrativa. +sicura, +condivisa, +inclusiva, +vivibile, +bella. Il nostro progetto ha trovato aderenza nelle richieste di Confesercenti emerse durante il proficuo dialogo che abbiamo avuto. C’è un importante lavoro da fare se vogliamo recuperare il terreno perso e attribuire a Fano il ruolo che le spetta. Per fare questo dobbiamo ragionare per priorità con proposte chiare ed esaustive che siano in linea con le esigenze di una città che ha bisogno di tornare a dialogare e riallacciare un legame forte con tutte le realtà e fasce sociali”.
Ciò che chiede Confesercenti ai candidati a sindaco di Fano è “di ripartire dalle Pmi, tornandole a dare fiducia, aiutandole a sopravvivere e a offrire quelle condizioni necessarie di crescita. Tutelare le attività economiche della città significa ricostruire il loro tessuto economico, ma anche sociale nel quale viviamo dal momento che i negozi di vicinato sono anche presidi di sicurezza e luoghi di socialità”.