Fano (PU) – “Il nuovo Piano Urbano del Traffico dovrebbe tener conto di due importanti infrastrutture: quella che va verso Urbino (Ciclovia turistica del Metauro) e l’altra che sta unendo l’Italia dal Veneto alla Puglia (Ciclovia Adriatica). Entrambe, per essere classificate come “ciclovie” (e non è un aspetto formale) devono essere a doppio senso ciclabile, sicure e possibilmente attrattive. C’è quindi da sperare che i progettisti del PUT abbiano avuto un preciso indirizzo: rispettare la legge nazionale sulla mobilità ciclistica, la 2/2018”. A ribadire ciò è Enrico Tosi del Comitato Ciclovia del Metauro.
“Per quanto riguarda la ciclovia tra Fano e Urbino, – ribadisce Tosi – è indispensabile sapere cosa dice lo studio di fattibilità del ripristino dell’ex ferrovia; è pronto da due anni e a inizio 2023 l’attuale sindaco, al tempo consigliere regionale, ha promesso che sarebbe stato pubblicato “a breve”; purtroppo, ciò non è avvenuto ma si sa che il tracciato non può ospitare un treno; di conseguenza, torna utile per aumentare la mobilità ciclopedonale e alleggerire il traffico a motore”.
“La realizzazione del nuovo lungomare – evidenzia ancora Enrico Tosi – è l’occasione per fare a regola d’arte il tratto locale della Ciclovia Adriatica; non si può pensare che nella parte fanese questa infrastruttura lunga circa 1.300 km possa essere stretta e pericolosa, con il risultato di essere esclusa da EuroVelo, cioè la rete cicloturistica europea che finora comprende ben 17 itinerari di lunga percorrenza, di cui tre in Italia; la pratica per inserire anche la Ciclovia Adriatica in Eurovelo è seguita dalla FIAB che ha coinvolto la Germania e l’Austria. Grazie a questo, grandi flussi cicloturistici passeranno per le Marche e potranno dirigersi anche nell’entroterra urbinate, a patto di trovare un percorso sicuro e attrattivo, realizzabile agevolmente lungo la dismessa ferrovia metaurense”.
“L’Italia – conclude Tosi – è diventata la meta cicloturistica più ambita a livello mondiale; di questo potrà avvantaggiarsi anche Fano che diventerà sempre più uno snodo importante; non tenerne conto nel PUT sarebbe un grave danno non solo per il traffico urbano ma anche per l’economia turistica perché tantissimi potenziali ospiti della città e del suo entroterra sceglierebbero altre mete”.
Nell’immagine, la rete EuroVelo, attualmente di 45.000 km (cfr. www.eurovelo.com)