Fano (PU) – “Si parte con l’obiettivo di aiutare gli altri e si ritorna con la consapevolezza che forse è più quello che si è ricevuto piuttosto che quello chi si è riusciti a dare”. La storia di Orietta Subissati è una storia fatta di volontariato e passione, una passione per l’Africa nata all’età di 6 anni, da quando con la sua maestra elementare faceva collette destinate ai bambini del Burundi e riceveva in cambio dei video di ringraziamento.
“Un giorno andrò in mezzo a quella gente” deve aver pensato Orietta e oggi, a distanza di quasi 50 anni, quel sogno si è realizzato grazie a L’Africa Chiama, ong che da anni opera nei paesi più poveri del continente nero come Kenya, Zambia e Tanzania.
Ed è proprio in Tanzania, ad Irringa, che Orietta è stata dal 16 agosto al 4 settembre, “un’esperienza indescrivibile – racconta Orietta con la voce rotta dall’emozione -. Stare in mezzo a migliaia di bambini che pur non avendo nulla ti sorridono sempre, ti provoca emozioni che non si possono raccontare. Voglio ringraziare con tutto il cuore L’Africa Chiama per avermi dato la possibilità di vivere questa stupenda esperienza”.
La giornata di Orietta iniziava alle 8.30 quando assieme agli altri cooperanti de l’Africa Chiama andava con un pulmino a prendere i bambini nelle case per poi portarli nel centro “Sambamba” gestito dalla onlus fanese in cui sono presenti una quarantina di bambini disabili, idrocefali e malnutriti.
“Stavamo con loro fino alle 16.30 e talvolta ci spostavamo anche nelle scuole del paese dove L’Africa Chiama gestisce delle mense (un pasto garantito al giorno per 3200 bambini) e aiutavamo le cuoche. La cosa più toccante – racconta Orietta – erano le visite domiciliari alle persone disabili, persone completamente emarginate talvolta anche dal resto della famiglia che nonostante tutto ti accoglievano a braccia aperte. Tornare a casa è stato straziante – confida Orietta – lasciare quelle popolazioni non è stato facile, soprattutto quei bambini che per tutto il tempo della tua visita ti hanno chiamato ‘mamma’”.
Orietta ora è di nuovo a Fano, dal figlio Giacomo e dal marito Marco, ma non nasconde la voglia di ripartire: “Sono stata colpita dal ‘mal d’Africa’ – conclude – pertanto alla prossima occasione ci tornerò sicuramente, intanto seguirò da qui i progetti de l’Africa Chiama, un’associazione che fa veramente tanto per delle popolazioni che talvolta sembrano davvero abbandonate a se stesse e senza futuro”.