Pesaro – I ventilati dazi annunciati dal presidente Donald Trump nei confronti dell’Europa, che ovviamente potrebbero coinvolgere anche l’Italia, sono una pessima notizia anche per l’economia pesarese.
“In una guerra commerciale nata in un’ottica tutta orientata al protezionismo – dice il direttore della CNA di Pesaro e Urbino, Claudio Tarsi – le piccole e medie imprese italiane, e quelle della nostra provincia che lavorano con gli Stati Uniti, rischiano di uscirne con le ossa rotte. Già perché l’applicazione di sanzioni o eventuali dazi, darebbe un colpo ulteriore alle esportazioni, verso il paese a stelle e strisce già in calo da diverso tempo”.
Secondo i dati del Centro studi della CNA anche se i dati definitivi del 2024 per l’export marchigiano verso gli Usa non sono ancora stati resi disponibili è bene confrontare come le dinamiche tra il 2022 e il 2023 indicassero già una forte diminuzione nelle esportazioni con un deciso calo tra il 2022 (430 milioni di euro) e il 2023 (370 milioni di euro) pari ad -13,9%. Nei dati provvisori 2023-2024 (relativi ai primi 9 mesi), il calo è più modesto (-1,8%) con quasi 220 milioni di euro esportati da gennaio a settembre.
La composizione dell’export dei primi nove mesi 2024 per ogni provincia, mette in evidenza le particolarità delle relazioni commerciali dei nostri territori con l’economia statunitense: mentre le province di Macerata e Fermo esportano in primo luogo prodotti della moda, la provincia di Ascoli Piceno esporta verso gli Usa principalmente articoli farmaceutici. Le province di Pesaro e Urbino e Ancona, invece, esportano soprattutto prodotti della meccanica.
Se nei dati definitivi 2022 e 2023 la provincia di Pesaro e Urbino era al terzo posto tra le altre della regione per quota dell’export verso gli Usa (16,5% nel 2022 e 20,4% nel 2023: una decisa crescita di peso della provincia), nei dati provvisori del 2024 (relativi ai primi nove mesi dell’anno) la provincia di Pesaro e Urbino passa al secondo posto per importanza (27,7%) dopo la provincia di AP (33,3%) e prima di quella di Ancona (21,0%).
“E’ chiaro che se verranno attuate le misure protezionistiche annunciate da Trump nei confronti dell’Europa – conclude Claudio Tarsi – dovremo prepararci non solo ad una consistente riduzione delle esportazioni della nostra provincia verso gli States (soprattutto nei settori della meccanica, dell’agroalimentare, dei mobili e della moda), ma potremmo assistere ad una ulteriore ripresa dell’inflazione, causata dall’aumento del costo dell’energia così come delle materie prime, diretta conseguenza dei dazi doganali americani. Un mix che avrà conseguenze dirette nazionali e internazionali ma con pesanti ricadute locali sulle tante nostre imprese che già lavorano da anni con gli Stati Uniti”.