Regione Marche – Il Consiglio dei Ministri ha deciso nella seduta di ieri 25 gennaio di non impugnare la Legge n.19/2023, approvata il 28 novembre scorso, riguardante le “Norme della pianificazione per il governo del territorio”, entrata in vigore il 1° gennaio 2024.
“Si tratta di un risultato straordinario e assolutamente non scontato per la Regione Marche – afferma l’assessore regionale all’Urbanistica, Stefano Aguzzi – anche alla luce delle pesanti polemiche e contestazioni che si sono succedute non solo in aula consiliare ma anche sulla stampa, che hanno visto alcuni politici avanzare pesanti offese nei confronti soprattutto degli uffici e del gruppo di lavoro che ha lavorato con continuità e professionalità all’atto”.
“Il cammino verso l’approvazione non è stato facile – ha ricordato Aguzzi – dal momento che sono state necessarie cinque sedute consiliari, all’interno delle quali ha trovato spazio la discussione di 400 emendamenti, di cui una quarantina approvati, e che ha visto l’aula dover gestire un dibattito spesso strumentale e propagandistico da parte dell’opposizione.
Oggi finalmente la legge, che ha passato il vaglio di legittimità da parte dello Stato, dopo un’attesa di trentuno anni e un lungo e costante confronto con i principali soggetti coinvolti nell’iter di approvazione. Essa dota la Regione Marche di uno strumento normativo al passo con i tempi. La precedente legge, più volte modificata, era infatti del 1992”.
“Si tratta – spiega ancora l’assessore – di un testo innovativo, composto da 36 articoli con un forte carattere pragmatico, operativo, chiaro, non generico, che accompagna la Regione Marche verso una nuova era. Proprio per questo è previsto un periodo transitorio da dodici a quarantotto mesi per l’approvazione dei nuovi piani proposti dalla legge”.
Tra le principali previsioni della legge c’è la CeVI, la conferenza di coopianificazione e endovalutazione VAS interistituzionali per la formazione/approvazione del piano, che consente di progettare i piani ai vari livelli fin dall’inizio insieme e in maniera condivisa e partecipata tra enti (Ministero, Regione, Province e Comuni).
Dopo un lavoro di due anni, un percorso lungo, approfondito e di grande confronto, questa legge porta tutti gli enti locali della regione a rivisitare la programmazione dei propri territori, a uniformarli tra loro. Un territorio che era come imbalsamato dalle vecchie norme ormai superate, complicate, viene ripensato con nuovi criteri che tendono in generale a prevedere un consumo di suolo minimo, la rigenerazione urbana, il riutilizzo di territorio già edificato, la copianificazione e la semplificazione delle procedure.