L’indagine georadar sotto Piazza XX Settembre rivela strutture di epoca romana e medievale
- 13 Ottobre 2021
Fano (PU) – Emergono esiti inediti e davvero interessanti dall’indagine georadar effettuata il 24 maggio scorso nell’intera area di Piazza XX Settembre a Fano. Sono stati presentati oggi pomeriggio i risultati che consegnano elementi utili a valorizzare la tradizione storica e culturale della nostra città. Infatti, dall’interpretazione si materializza una planimetria finale della Piazza: una pianta che riporta, sulla base delle profondità e degli allineamenti, esclusivamente le anomalie attribuibili a strutture di epoca romana e medievale, escludendo elementi riscontrati nei livelli più superficiali, riferibili quasi certamente a compromissioni recenti, e quelle riconducibili a crolli o a strati di macerie che obliterano le strutture più antiche.
Una serie di strutture riferibili all’epoca romana, del tutto inedite, che si trovano a quote comprese tra -2 m e -3.20 m dal piano attuale, indicano la presenza di numerosi ambienti di varie forme e dimensioni che potrebbero essere riferibili a domus con botteghe. Una serie di piccoli vani affiancati si apre infatti sulla strada che attraversa longitudinalmente la piazza, ossia il decumano già ipotizzato grazie alla presenza del collettore fognario rinvenuto in Via De Cuppis. L’indagine consente inoltre di affermare che in epoca romana l’area della piazza era posta a cavallo tra due isolati, divisi dal decumano che attraversa longitudinalmente l’area, che erano occupati verosimilmente da domus di pregio, come lasciano supporre i rinvenimenti archeologici avvenuti nel corso degli anni nell’area.
Ad una diversa quota sono state rilevate una serie di anomalie riferibili all’epoca medievale, al periodo precedente la realizzazione della Platea Magna; alcune di queste, infatti, sembrano impostarsi direttamente sulle strutture romane, probabilmente non del tutto crollate e rase al suolo, ma con un orientamento lievemente divergente che ancora oggi si può osservare negli edifici posti sul lato est della piazza, tra cui la chiesa di S. Silvestro. Nell’angolo sud-ovest della piazza una struttura di forma troncoconica è stata interpretata come fossa granaria o neviera, sulla base di raffronti con analoghe strutture già rinvenute e scavate nel centro storico di Fano.
Infine, un importante aspetto emerso, legato alla Piazza così come a tutto il centro storico di Fano, riguarda la presenza di cunicoli e ambienti sotterranei scavati fino a 8-9 metri di profondità al di sotto del piano stradale, mai indagati in modo esaustivo e sistematico sinora. Per quanto riguarda la loro funzione, sempre sulla base di confronti con altre realtà marchigiane e no, è possibile ipotizzare che essi abbiano avuto ruoli diversi nel corso delle varie epoche, rivestendo la funzione di semplici cantine (spesso collegate alle botteghe e ai locali commerciali soprastanti), di luoghi religiosi e di culto, ma anche di rifugi e ripari in tempi di guerra. Le indagini, assolutamente non invasive, hanno permesso, senza effettuare scavi, di ricostruire un’immagine del sottosuolo e di acquisire informazioni sulla consistenza delle strutture che si trovano sotto l’attuale pavimentazione della Piazza, mai indagate in modo sistematico fino ad oggi.
L’indagine georadar condotta costituisce la prima fase di un più articolato progetto di studio archeologico e di valorizzazione di Piazza XX Settembre, fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale, in piena collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche, rappresentata dalla Dott.ssa Raffaella Ciuccarelli, funzionario archeologo referente per il territorio. La Piazza incarna oggi il cuore della città: è un sito di grande interesse per lo studio dello sviluppo urbano di Fano, dalle sue origini ai giorni nostri, come testimoniano le strutture di epoca romana che si conservano lungo il suo perimetro, i monumenti di età medievale, rinascimentale e moderna. Quasi nulla si conosce invece sui dati archeologici relativi all’area centrale della Piazza.
L’Amministrazione ha voluto affidare il coordinamento scientifico e l’attuazione del progetto al Centro Studi Vitruviani, da anni impegnato nello studio, nella ricerca e nella divulgazione in ambito archeologico, con particolare attenzione a quella finestra. Si è costituita così una équipe di ricerca coordinata dal prof. Oscar Mei, associato di Archeologia Classica all’Università degli Studi di Urbino, nonché coordinatore scientifico del CSV.
L’archeologo durante l’incontro ha illustrato nel dettaglio le varie fasi del progetto di ricerca: alle indagini geofisiche è stata affiancata una fondamentale ricerca bibliografica e di archivio, volta a reperire mappe, disegni, documentazione inerente a precedenti scavi e ricerche realizzate nella piazza e nelle sue immediate vicinanze. Non ha inoltre escluso, anche sulla base delle risultanze delle prospezioni geofisiche, la possibilità di pianificare, in un momento successivo, un’esplorazione sotterranea diretta con personale speleologico ed archeologico o attraverso un robot munito di telecamera, come già fatto dalla Soprintendenza ABAP delle Marche nell’area di Porta Maggiore.
Per la realizzazione del progetto il Centro studi Vitruviani si è avvalso dell’importante collaborazione dall’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (ISPC) del Consiglio Superiore delle Ricerche (CNR) di Roma: le prospezioni sul campo sono state infatti condotte dal Dott. Salvatore Piro, Associated Research Director – Geophysicist
ISPC – GRS Lab.