Matteo Ricci: “Gli amministratori locali saranno decisivi per le sfide del futuro”
- 30 Aprile 2022
Pesaro – La riforma delle Severino, la legge elettorale, la guerra in Ucraina e l’accoglienza, l’inflazione. Questi alcuni dei temi toccati dal presidente di Ali e coordinatore dei sindaci del Pd Matteo Ricci, intervenuto ieri sera alla direzione Pd Umbria.
Marche e Umbria insieme per costruire progetti futuri e contrastare la destra. «Le prossime elezioni regionali non si vincono rivendicando le cose buone fatte, ma con progetti che guardano al futuro – ha spiegato Ricci -. Penso che Marche e Umbria (entrambe regioni governate dalla destra ndr) siano troppo piccole per reggere la competizione italiana ed europea. Credo che nel riordino italiano, se non rafforziamo le due regioni andremo poco lontani. Sarebbe bello che il gruppo dirigente umbro e marchigiano potesse aprire scenari di collaborazione. L’aggregazione delle regioni è un tema complicato, ma l’idea di contrastare il sovranismo nostrano in casa nostra, con una visione che tiene insieme il cuore del paese, è molto affascinante e interessante dal punto di vista delle infrastrutture, dello sviluppo turistico, culturale. Alziamo il tiro per rendere più forte la nostra proposta politica ed efficace la nostra opposizione».
La legge Severino e la tutela dei sindaci. «Gli amministratori locali sono un’energia nazionale straordinaria e, anche per questo, vanno tutelati. I sindaci non sono cittadini di serie b, per questo è opportuno che il Parlamento agisca subito per superare una legge che ad oggi non garantisce serenità nei tre gradi di giudizio. Il garantismo deve valere per tutti, a maggior ragione per gli amministratori che rischiano ogni giorno in prima persona di essere accusati per reati minori, perché si verifica spesso che un amministratore condannato in primo grado, ad esempio, per abuso di ufficio o per turbativa d’asta, poi venga assolto in Appello o Cassazione. Se i processi in Italia durano troppo non si possono trovare scorciatoie mediatico-giudiziarie». Poi il riferimento all’inchiesta Spada che ha visto protagonista Leopoldo Di Girolamo, dalla quale è uscito assolto con formula piena insieme alle due giunte che ha governato, a dirigenti e funzionari comunali. «Ogni amministratore in Italia può incorrere in ciò che è capitato a lui. Per anni siamo stati garantisti con gli altri e giustizialisti con i nostri. Per migliorare la giustizia italiana serve Pd più garantista e forte.
La guerra in Ucraina e il tema dell’accoglienza. «Il Pd ha tenuto la linea giusta, non poteva esserci ambiguità per un partito di centro sinistra riformista europeista come il nostro. In questa guerra c’è un invasore e c’è un popolo oppresso. E chi, come noi, crede nei valori della resistenza, non può che stare dalla parte del popolo che resiste». Ricci, sindaco di Pesaro, racconta di essersi immedesimato più volte nei primi cittadini ucraini. «Sotto le bombe, rifugiati nelle metropolitane. Mi sono chiesto: se fosse successo nella mia città, cosa avrei fatto? Nonostante abbia la repulsione per le armi… di sicuro non ci saremmo arresi e avremmo combattuto per resistere, garantire libertà e sovranità al nostro territorio». Fondamentale il tema dell’accoglienza: «Il grido d’aiuto che è arrivato dal popolo ucraino non poteva farci girare dall’altra parte. Dobbiamo continuare ad aprire le nostre porte a coloro che scappano e integrarli nella nostra realtà». Poi la ricostruzione, «Ali ha lanciato la campagna “Comune adotta Comune”, dove i Comuni italiani si impegneranno ad adottare un Comune dell’Ucraina. Un segno di vicinanza e solidarietà, di amicizia, ma anche per indirizzare nella crisi in corso e in prospettiva, nonché nel quadro delle iniziative dell’Unione Europea, gli aiuti e le relazioni che saranno necessari a ricostruire il paese, a far ripartire i servizi sanitari e sociali, le scuole, l’economia e ogni presidio di coesione sociale e iniziativa culturale. Lo scopo dell’iniziativa è di creare un meccanismo per dare risposte e aiuti concreti adesso, nell’emergenza della guerra, e dopo, quando sarà il momento di ricostruire. Aiutarli oggi, durante la guerra, e per farli ripartire quando i conflitti saranno cessati: una solidarietà fraterna tra popoli e amministratori che può aiutare negli anni, un grande elemento di vicinanza. Esattamente come si fece nel dopoguerra, quando tanti comuni italiani si gemellarono con quelli tedeschi. Molti sindaci in questo momento sono sotto le bombe, le loro città svuotate, le case distrutte. Il mio Comune, Pesaro, ha adottato Kharkiv, come noi Città Creativa della Musica UNESCO. E quando siamo stati nominati Capitale Italiana della Cultura abbiamo dedicato la vittoria proprio a Kharkiv, esponendo una foglia di gingko biloba con i colori ucraini. Il nostro sogno è quello di aiutarla nella ricostruzione di teatri, conservatori e dei luoghi della cultura.
L’inflazione, nemico numero uno del PNRR. L’emergenza legata all’inflazione, aggravata anche dalla guerra in Ucraina, ha una duplice ricaduta sui nostri territori: da una parte colpisce direttamente le famiglie e le imprese, dall’altra pone in serio rischio la tenuta dei bilanci comunali che devono affrontare maggiori costi e spese (la sola illuminazione pubblica ha registrato un +35%) e che dovranno aggiornare tutti i contratti dei servizi esternalizzati con l’adeguamento Istat previsto alla fine dell’anno. Un effetto a catena che rischia di travolgere le nostre comunità e le nostre città. Alcuni Comuni hanno un bilancio solido ma altri rischiano di non farcela. Il Governo è chiamato a dare risposte e intervenire per evitare l’acuirsi di una crisi già di per sé molto pesante. Il rischio è duplice. Da una parte il taglio dei servizi essenziali e sociali alle persone e l’aumento delle tasse. Dall’altra la messa a terra del Pnrr. L’aumento dei costi rischia di fare sballare i conti degli investimenti enormi che arrivano nelle casse dei Comuni, che non avendo soldi per pagare le bollette non riuscirebbero ad assumere personale per completare gli interventi. L’inflazione e il Pnrr sono temi molto vicini, si toccano: con circa il 70% delle risorse del Pnrr che passa dai Comuni, e con la necessità di personale tecnico per i progetti, se non avremo i soldi per pagare le bollette non li avremo neanche per pagare il personale. E i Comuni hanno bisogno di personale tecnico per mettere a terra e progettare. Rischiamo di avere a causa dell’inflazione molte risorse nella parte capitale per gli investimenti, e poche risorse in conto capitale per poter assumere personale. Anche sui cantieri i riflessi negativi sono già evidenti: mancano le imprese per il Pnrr. L’80% delle aziende che si occupano di lavori pubblici rinunciano alle gare preferendo l’edilizia privata, dedicarsi al bonus 110%. Questo meccanismo va sbloccato e trovato un punto di equilibrio per avere imprese disponibili per i progetti del Pnrr. Non solo: poiché ogni progetto del Pnrr sta aumentano del 30% per i costi legati alle materie prime, e i Comuni allo stato attuale non riescono a compartecipare in assenza di risorse, occorre prevedere un 30% in più per spendere i 100 miliardi a fondo perduto, che tradotto significa almeno 30 miliardi a prestito, per realizzare i progetti finanziati con il fondo perduto. I prossimi mesi saranno decisivi, sia da un punto di vista economico sia da un punto di vista politico, andranno fatte scelte di buon senso perché i Comuni non possono svolgere il loro ruolo senza risorse e senza mezzi. La crescita di un Paese parte dal basso, dai territori e dalle città.
La legge elettorale. «Dobbiamo europeizzare il Paese, per questo serve una legge elettorale adeguata. Il sistema migliore sarebbe quello a doppio turno ma non ci sono né i tempi né le condizioni. Un proporzionale alla tedesca con sbarramento semplificherebbe il quadro con 5,6 forze politiche portandoci verso un bipolarismo mite di stampo europeo».
Il ruolo del Pd. «Il Pd è insostituibile, è il cuore del riformismo italiano ed europeo. Letta sta facendo molto bene, il partito è unito. Le sfide sono tante e penso che gli amministratori locali abbiano un ruolo decisivo».