Pesaro – Parola d’ordine integrazione. Le strutture dell’Oncologia degli ospedali di Pesaro Fano e Urbino, la Chirurgia Generale di Pesaro e Fano e l’Università di Urbino protagonisti di una pubblicazione internazionale sulla rivista ‘The Oncologist’, in collaborazione con l’Università di Toronto per una ricerca condotta sui pazienti affetti da tumore del colon con metastasi epatiche.
“La collaborazione tra ospedali della provincia – spiega il Direttore Generale Ast Pu Alberto Carelli – inizia a dare i suoi frutti e lo fa in ambito internazionale. La scienza e la ricerca uniscono, specialmente quando queste sono finalizzate alla cura dei pazienti affetti da tumore. Voglio complimentarmi con tutti gli operatori coinvolti per il risultato raggiunto. Una collaborazione che non fa che elevare la qualità delle prestazioni offerte dalle nostre strutture grazie alle quali i pazienti della provincia trovano risposte adeguate sul territorio di riferimento”.
Il progetto è realizzato dal dottor Francesco Graziano, medico oncologo dell’Oncologia di Pesaro-Fano, diretta dalla Dr.ssa Rita Chiari, è stata pubblicata nella rivista internazionale The Oncologist. La prima ricerca che ha visto la collaborazione dell’Oncologia di Pesaro-Fano, l’Oncologia di Urbino, diretta dal Dr Vincenzo Catalano, la Chirurgia di Pesaro-Fano, diretta dal Dr Alberto Patriti, l’Università di Urbino Università Urbino con il laboratorio diretto dalla Prof. Anna Maria Ruzzo, e due strutture canadesi: il Department of Medical Biophysics, University of Toronto e la Division of Hematology-Oncology, The Hospital for Sick Children, Toronto Canada.
“Tale ricerca è stata resa possibile – spiega il Direttore della Chirurgia Generale Alberto Patriti – oltre che dall’indispensabile aiuto dei laboratori di biologia molecolare dell’Università di Urbino, dall’esistenza nella nostra provincia, oramai dal 2013, di percorsi diagnostico-terapeutici per i pazienti affetti da tumore. Questo sistema di lavoro coagula assieme tutte le competenze professionali per la cura del paziente e permette un trattamento integrato anche dei casi più complessi. Equipe multidisciplinari che lavorano in sinergia nella presa in carico complessiva del paziente. In questo ambito è facile condurre anche ricerche cliniche volte al miglioramento dei protocolli esistenti in campo nazionale ed internazionale. Percorsi trasversali tra le strutture che permettono di prendere in carico il paziente a trecentosessanta gradi offrendo tutte le prestazioni e il follow up necessario al percorso di cura”.
“La ricerca è stata condotta su pazienti affetti da tumore del colon con metastasi epatiche – spiega il Direttore della Oncologia Rita Chiari – mediante analisi molecolari è stata identificata una mutazione genica del gene responsabile della sintesi della proteina Tumor Protein p53 (TP53). Tale mutazione impedisce a tale proteina di svolgere il suo ruolo ed il tumore di cui i pazienti ne sono portatori si è dimostrato essere più suscettibile ad un tipo specifico di terapia biologica. Tale suscettibilità migliora di gran lunga la risposta alle terapie e la possibilità di rendere asportabili chirurgicamente le metastasi dopo la terapia”.
Il Direttore dell’Oncologia di Urbino Vincenzo Catalano parla di “un sodalizio vincente. La stretta collaborazione tra le strutture del territorio è un vantaggio per i pazienti che trovano risposte eccellenti ai loro bisogni di cura. Avere a disposizione un’equipe multidisciplinare e un percorso diagnostico terapeutico migliora sia i percorsi di cura ma contribuisce a migliorare la qualità dell’attività di ogni operatore”.
“Gli ospedali di Pesaro, Fano e Urbino sono stati riconosciuti come centri di eccellenza in ambito oncologico e chirurgico per la cura delle neoplasie, grazie alla collaborazione tra istituzioni sanitarie e accademiche, un percorso virtuoso che rappresenta un modello che ci consente di aumentare le prospettive di guarigione per i pazienti” dichiara il Vice Presidente della Giunta e Assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini. “Mi complimento con i professionisti e le equipe multidisciplinari coinvolte per aver sviluppato questa importante rete” conclude.