Fano (PU) – “La mia storia personale di educatrice si intreccia con la legge 1044 del dicembre 1971. Cinquant’anni fa con questa legge sono stati istituti i nidi d’infanzia comunali. Nel nostro Paese, purtroppo, non si sono raggiunti gli obiettivi che la legge prevedeva e anche le risorse previste nel PNRR saranno insufficienti per garantire il raggiungimento di una copertura uniforme da nord a sud, correndo il rischio di lasciare ancora una volta indietro chi ne avrebbe più necessità”. A parlarne è la consigliera del “In Comune Fano” Carla Luzi.
“La città di Fano è una “rarità” nel contesto regionale e nazionale, – sottolinea la Luzi – ma anche la nostra città ha la necessità di aprire nuovi spazi per permettere a tutti coloro che ne hanno fatto domanda di poter accedere ai servizi educativi 0/3. Per garantire il servizio serve personale: educatrici, educatori, pedagogisti, personale amministrativo, ed è quindi necessario da parte del governo liberare dai vincoli di spesa sulle assunzioni quelle spese che i comuni faranno per sostituire e ampliare gli organici degli asili nido”.
“Dobbiamo – evidenzia Carla Luzi – dare a tutte le bambine e a tutti i bambini doni carichi di presente e futuro. Nei primi tre anni di vita accadono cose “incredibili”, per osservare lo sviluppo dei bambini bisogna amare il cambiamento, la dinamicità, la relazione, il dialogo, avere la massima cura dei dettagli, dei contesti, seguire i cambiamenti della società. Occorre, come avviene a Fano, creare delle comunità educanti che si intrecciano tra loro, una formazione permanente del personale, il prolungamento dell’orario per chi ne ha la necessità, la riduzione delle rette per il secondo e terzo figlio, un settembre pedagogico, la refezione scolastica premiata per la qualità dei suoi menù, ma l’attenzione per la prima infanzia è costruita anche in sinergia con la Mediateca Montanari, nati per leggere, cesti sonori, favole al telefono, solo per fare alcuni esempi”.
“A Fano nonostante – conclude la consigliera – il calo delle nascite c’è stato un notevole aumento delle domande, probabilmente questo è accaduto perché la città ha recepito il valore educativo dei servizi 0/3.A distanza di cinquant’anni dobbiamo ritrovare lo stesso coraggio che ha portato alla legge 1044, quindi dobbiamo chiedere risorse aggiuntive, uniformi su tutto il territorio nazionale, per le bambine e i bambini al nido”.