Fano (PU) – Nonostante l’affluenza alle urne possa far pensare il contrario, secondo la lista civica Noi Giovani continua la disaffezione degli under alla politica. Diversi i motivi di questa scintilla mai scoccata “come – si legge in una nota – i non pochi disagi per poter usufruire di quello che si fatica a chiamare ‘diritto’, visto che pone una netta distinzione tra cittadini di serie A e serie B”.
Quale ricetta per uscire dalla crisi? Due le soluzioni proposte da Noi Giovani:”E’ impensabile – scrivono – che ancora nel 2018 un giovane che, per motivi di lavoro o studio, si trovi lontano dalla città in cui ha la residenza debba attraversare l’Italia per poter esplicitare un proprio diritto. Alcune aziende private e Trenitalia offrono agevolazioni a chi sì metterà in viaggio per votare, ma queste non pongono rimedio ad una grave mancanza dello Stato. Dalle prossime consultazioni auspichiamo che sia prevista la possibilità di poter votare da qualsiasi parte d’Italia senza dover necessariamente tornare al luogo di residenza, così come è stato possibile per il referendum costituzionale”.
Fin qui un discorso “geografico”, mentre dal punto di vista legislativo il problema, sempre per Noi Giovani, sarebbe alla base: “Votare è un diritto fondamentale, ma un sistema che fa valere alcuni voti la metà di altri lede profondamente questo diritto. Non è accettabile in democrazia il fatto che chi ha 25 anni o più possa eleggere Camera e Senato, mentre chi ha tra i 18 e i 25 anni possa esprimere il proprio voto solo per la Camera. Questa è una grave ingiustizia che, a conti fatti, rende il diritto di voto dei giovani meno importante ai fini del nostro sistema elettorale, perciò chiediamo che dalle prossime consultazioni i voti degli over e under 25 vengano equiparati. Riavvicinare i giovani alla politica sarà compito arduo – concludono -, imprescindibile dalla risoluzione di queste due questioni”.