Fano (PU) – Il possibile trasferimento dei monaci trappisti in un’ala ristrutturata dell’eremo di Monte Giove ha fatto scattare in piedi diverse associazioni ambientaliste, contrarie al progetto per l’impatto ambientale che avrebbe sul territorio. Opposto è il parere dell’assessore all’Urbanistica Marco Paolini: ” Tutti conosciamo Monte Giove – scrive l’assessore -. E’ una delle eccellenze paesaggistiche del nostro territorio oltreché un luogo di spiritualità di cui tutti, anche indirettamente, beneficiamo. Ma avrebbe il valore storico-paesaggistico che ha se non ci fosse l’Eremo? E se l’eremo non ci fosse già e ci venisse chiesto di costruirlo oggi, che tipo di valutazione faremmo? Rinunceremmo a quello che abbiamo solo per un’idea di tutela paesaggistica puramente astratta?”
“C’è chi obietta rispetto all’ipotesi di realizzare un nuovo monastero in località Monte Giove invocando vincoli e norme urbanistiche varie. Va detto che il piano di tutela della zona non detta vincoli di non edificabilità assoluta e lascia a chi è preposto alla tutela stessa (Mibac) la facoltà di valutare nel merito la proposta. Quanto poi alle norme della L.R. 22 del 2011, qui parliamo di struttura (convento) non prevista dalle tipologie richiamate dalla legge e pertanto al di fuori delle norme richiamate dalle associazioni Argonauta e Lupus in Fabula”.
“Strumentali poi appaiono i richiami all’eventuale riuso di strutture esistenti, a Fano, o, sull’Appennino. Non ci vuol molto a capire che non può essere l’Amministrazione a decidere per altri soggetti i quali scelgono e agiscono, liberamente, in ragione delle loro esigenze. Una struttura quadrata con lato di 40-45 metri, per una superficie utile lorda di circa 1300 mq, realizzata peraltro non in un sito eminente come nel caso dell’attuale eremo di Monte Giove, rispetto al quale rappresenterebbe una minima parte, non ci sembra un intervento invasivo, men che meno una colata di cemento”.
“Negli anni novanta l’Amministrazione autorizzò il trasferimento del convento di Santa Teresa dal Centro di Fano alle colline sopra Fenile, dove fu realizzata la nuova struttura, visibile anche dalla sottostante autostrada. Un oltraggio al paesaggio? No di certo”.
“Quanto poi al pericolo che questo potrebbe aprire la strada a chissà quali altre autorizzazioni di natura commerciale solo la fervida fantasia degli estensori della nota lo può concepire. Ma si commenta da sé. Crediamo invece sia molto positivo che il nostro bel territorio si arricchisca di nuovi luoghi di spiritualità, soprattutto in questi anni difficili che ci troviamo a vivere. In ogni caso, va ricordato che la proposta di variante sarà sottoposta alla valutazione, al dibattito e all’approvazione del Consiglio Comunale”.