Pesaro e Urbino la fuga delle banche dall’entroterra. 13 comuni senza sportelli
- 19 Settembre 2024
Pesaro – Belforte all’Isauro, Borgo Pace, Fratterosa, Frontino, Isola del Piano, Lunano, Mombaroccio, Montecalvo in Foglia, Montecerignone, Montegrimano Terme, Peglio, Pietrarubbia, Serra sant’Abbondio.
Sono questi i comuni della provincia senza nemmeno uno sportello bancario. Quando si parla di isolamento dell’entroterra si deve tenere conto che molti cittadini della nostra provincia non sono uguali agli altri perché molto spesso vivono una condizione di isolamento e disagio aggravati non solo dalla lontananza dalla costa e dalle grandi vie di comunicazione ma anche dalla mancanza di servizi. Quella della chiusura di uffici pubblici e della desertificazione degli sportelli bancari è un gravissimo problema.
“E’ una tendenza inarrestabile – afferma il presidente della CNA di Pesaro e Urbino, Michele Matteucci – gli istituti di credito ristrutturano la rete degli sportelli ed a farne le spese sono i comuni montani e delle aree interne che restano senza una banca”.
Secondo i dati della Banca d’Italia, negli ultimi dieci anni hanno chiuso nella nostra regione 496 sportelli bancari, pari al 44 per cento. Una percentuale più alta della media nazionale (-37 per cento). Attualmente in regione gli sportelli bancari sono 633 pari a 43 ogni 100 mila abitanti, rispetto ad una media nazionale di 37 ogni 100 mila abitanti. In Italia gli sportelli bancari tra il 30 giugno 2023 e il 30 giugno 2024 sono scesi da 19.929 a 11.668. Hanno chiuso in 8.261.
Secondo una indagine del Centro Studi Cna Marche su dati della Camera di Commercio, sono 66 su 225 i Comuni marchigiani senza sportelli bancari. In 34 casi lo sportello c’è ma solo con il Bancomat e senza addetti.
“Siamo la seconda provincia più penalizzata – dice il direttore CNA di Pesaro e Urbino, Claudio Tarsi – ad essere “scoperti” sono infatti 13 comuni del territorio. La progressiva riduzione degli sportelli bancari sta lasciando senza servizi quasi un terzo (29,3%) dei Comuni. A chiudere sono soprattutto i grandi gruppi bancari mentre tengono le Bcc. Si tratta di banche fortemente radicate sul territorio marchigiano che hanno mantenuto immutato il numero degli sportelli bancari, che sono stati invece “tagliati” dalle grandi banche nazionali”.
“La chiusura degli sportelli bancari – commenta ancora Matteucci – ha avuto come conseguenza, il maggior utilizzo, da parte dei cittadini dei servizi di home banking. Nel 2023 sono stati 68 su 100 i clienti che si sono avvalsi di canali bancari digitali. Inoltre l’85 per cento dei bonifici è stato fatto con modalità telematica o telefonica. A non avere servizi home banking è il 32 per cento delle famiglie marchigiane, soprattutto anziani soli, che non hanno grandi capacità digitali e temono di incappare nelle truffe on line.
” Secondo la Cna Marche, la chiusura degli sportelli bancari nei Comuni montani è solo un ulteriore tassello di una progressiva spoliazione dei servizi. “Nell’ultimo decennio – sostengono Matteucci e Tarsi – abbiamo assistito alla chiusura di ospedali, uffici postali, edicole, sedi delle società di luce e gas. A risentirne la qualità della vita, con i giovani che se ne vanno e i turisti che privilegiano località dove certi servizi sono garantiti. Tra l’altro la mancanza di sportelli bancari costringe gli anziani a spostarsi nei Comuni vicini per fare le loro operazioni bancarie o solo per prelevare contanti dai Bancomat. Anche i pochi commercianti ed esercenti rimasti hanno disagi per versare in banca i loro incassi giornalieri in territori dove è ancora molto diffuso il pagamento in contanti, soprattutto per piccoli acquisti. In queste realtà delle aree interne sarebbe opportuno mantenere almeno uno sportello ‘leggero’ con un addetto uno o due giorni alla settimana o almeno una cassa continua e uno sportello bancomat”.
Un impegno verso i Comuni senza banche viene da Uni.co, il più grande Confidi del Centro-Sud Italia. Uni.co intende sostenere i territori e i comuni delle regioni in cui opera, nei quali non sono presenti intermediari finanziari. E’ in corso un progetto dal titolo “Uni.Co perché vicino a te” che vuole rafforzare questa azione, anche a supporto del sistema bancario, prestando particolare attenzione ai territori interni, disagiati e alle periferie, al fine di sostenere tutto il tessuto economico locale: aziende, artigiani, liberi professionisti.