Fano (PU) – C’era da aspettarselo che la firma sull’atto notarile che di fatto è il primo passo verso la nuova piscina attraverso l’operazione Cives, avrebbe fatto scattare in piedi tutte le forze politiche che da tempo si battono contro questo progetto.
Tra questo l’associazione Nuova Fano che si chiede “che fine faranno gli anziani attualmente ospiti della casa di riposo Don Tonucci”.
“La nascita di questi due gemelli (così ha definito il sindaco Seri la nuova piscina e il miglioramento della Don Tonucci, ndr) – scrive Stefano Pollegioni – danneggia i nostri anziani e serve solo a Massimo Seri per fare campagna elettorale. La mega piscina che sorgerà, sarà impossibile da gestire per le nostre società sportive, perché un impianto da cinque milioni di euro lo dovrebbe gestire una società che possa garantire centinaia di migliaia di euro. Le nostre società fanesi sarebbero messe in ginocchio e correrebbero grossi rischi”.
“Un’enorme struttura che i primi anni diventerebbe un bel bocconcino per quelle grandi società sportive di tutta Italia che in barba alle nostre locali più piccole cercheranno di partecipare al bando di gara per la gestione , sfruttando l’occasione proprio quando le spese di manutenzioni saranno ancora lontane, dopo di che ci ritroveremo una struttura che per le spese di manutenzione non la vorrà più nessuno”.
Non piace nemmeno la nuova piscina dunque a Pollegioni, sotto nessun aspetto, nemmeno quello dell’ubicazione: “Terreno di fronte all’entrata principale dell’aeroporto, che va fuori dalla portata di tutti con difficoltà per coloro che ne usufruiranno come anziani o famiglie che saranno costrette ad accompagnare i propri figli per forza con la propria autovettura”.
Piuttosto che una nuova, secondo Pollegioni e Nuova Fano sarebbe stato meglio potenziare quella esistente (Dini&Salvalai) prendendola in carico dalla Provincia, ed elaborare al meglio il progetto per costruirne una alla Trave: “In questo modo si sarebbero spesi meno soldi e avrebbero reso possibile la gestione alle nostre società sportive. Fano – conclude – non ha bisogno di una mega struttura ingestibile e unica anche in considerazione che esistono già delle piscine minori dove ogni giorno si svolgono delle attività. Questo non è il modo per andare incontro alle esigenze della città”.