Fano (PU) – “Essere una società interamente pubblica consente ad ASET di acquisire direttamente la gestione di servizi pubblici locali dai Comuni soci, senza passare per una gara a libero mercato. E’ questo il punto di forza di ASET, che bisogna conservare. Una fusione con Marche Multiservizi, come con qualsiasi altra società privata o mista pubblico-privato, vorrebbe dire, per Fano e per gli altri Comuni soci di ASET, rinunciare per sempre a questo privilegio di autodeterminazione”. Su questo aspetto, che raramente emerge nel pubblico dibattito, pone l’accento Marta Ruggeri, capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle ed ex candidata sindaca.
In molti, infatti, danno per scontate le gare a livello di Ambito Territoriale Provinciale per il servizio idrico e la gestione dei rifiuti, quando un affidamento diretto “in house” non è affatto precluso dalla normativa di settore vigente, né da quelli che saranno i decreti attuativi del Ddl “concorrenza”. Anche il dirigente Celani, in commissione garanzia e controllo, ha parlato di scenario difficile nel contesto provinciale, ma non impossibile.
“Fondersi con Marche Multiservizi farebbe perdere a Fano il “controllo analogo” sui propri servizi pubblici locali in cambio di un pugno di azioni dal valore aleatorio, non essendo per nulla garantita la successiva vittoria delle gare europee per la gestione dei servizi. Nella migliore delle ipotesi ci sarebbero evidenti ripercussioni negative per l’economia del territorio, in quanto una buona parte dei proventi derivanti dalle bollette pagate dai cittadini sarebbero dirottati altrove per remunerare gli azionisti privati e il Comune non avrebbe più la voce in capitolo che ha ora su strategie ed investimenti”.
“D’altronde il programma elettorale della coalizione del Sindaco Seri e le linee programmatiche di mandato della Giunta fanese” ricorda Ruggeri “erano chiari nell’indicare il mantenimento del pacchetto azionario di ASET in mani completamente pubbliche, secondo il principio della gestione “in house” e su questo indirizzo strategico si è già espresso favorevolmente più volte il consiglio comunale”.
Sulle mire di Marche Multiservizi, che secondo le indiscrezioni emerse in commissione garanzia e controllo sarebbero state svelate agli amministratori fanesi dai vertici dell’azienda, Ruggeri rilancia, suggerendo ai giocatori di questa partita di valutare altri scenari: “Si metta per tempo in sicurezza la gestione del servizio idrico in tutta la provincia, mettendo in condizione l’Ambito Territoriale Ottimale di affidarlo direttamente “in house”, come molto probabilmente avverrà in provincia di Ancona, dove gli attori principali presenti sono società interamente pubbliche. I legittimi interessi imprenditoriali di HERA S.p.a., socio privato di Marche Multiservizi, potrebbero essere soddisfatti in un ruolo diverso, come fornitore di tecnologie, anche al di fuori della compagine societaria del gestore di ambito del servizio idrico”.
Ad oggi Ruggeri vede con favore alleanze su singoli progetti, come l’avviso pubblico sul digestore anaerobico deciso dal consiglio comunale, ma che non prevedano fusioni o scambi azionari. Per eventuali integrazioni a livello societario, dirette a rafforzare il posizionamento competitivo di ASET, Ruggeri suggerisce prudenza ed eventualmente di guardare a sud: “Si prendano in considerazione operazioni societarie solo con realtà analoghe interamente pubbliche, che consentano ad ASET di mantenere lo status di società “in house”. Ritengo auspicabile un allargamento dei confini degli Ambiti Territoriali Ottimali disegnati dalla Regione, per favorire le possibilità di interazione e crescita dimensionale tra gestori dalle caratteristiche analoghe.”