Pesaro – Un angolo di paradiso, a ridosso del Parco Naturalistico del Furlo e delle rive del Candigliano, eppure, proprio in questa zona i militari della Guardia di Finanza di Pesaro e Urbino hanno posto sotto sequestro un’area adibita a discarica abusiva di oltre 1.250 metri quadrati.
Le indagini dei finanzieri hanno avuto origine da alcune attività di controllo del territorio nella zona di Cagli, nel corso delle quali veniva individuata un’area privata in cui si intravedevano cumuli di materiale di varia e sospetta natura. Non essendo possibile ottenere una chiara visione d’insieme dal livello del suolo, in quanto la zona era recintata e di difficile accesso, ed applicando la sinergia operativa che da sempre contraddistingue l’operato delle varie componenti del Corpo, veniva chiesto l’intervento della Sezione Aerea di Rimini, la quale, usando uno degli elicotteri a disposizione, effettuava approfonditi rilievi fotografici aerei dell’area.
Queste foto permettevano di rilevare nella zona interessata un considerevole accumulo di rifiuti: successivi accertamenti eseguiti nei confronti dei proprietari dell’area, presso gli uffici preposti, rivelavano come non fosse presente alcuna autorizzazione per la gestione di tale materiale. In virtù degli elementi emersi e della particolare gravità del fatto, dovuta anche alla vicinanza della discarica con il Parco Naturalistico del Furlo, i finanzieri intervenivano in forze ed eseguivano una perquisizione dell’area, ancora una volta con il supporto degli elicotteri del Corpo e dei tecnici dell’Agenzia Regionale Protezione Ambiente Marche. Oltre che negli spazi già individuati, gli accertamenti venivano estesi ad alcuni locali di un immobile adiacente, ove risiedeva il soggetto che aveva la disponibilità del fondo.
In questi locali e nel terreno venivano individuati ingenti quantitativi di rifiuti, molti dei quali identificabili come RAEE (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), speciali o addirittura pericolosi. I primi accertamenti eseguiti permettevano di rilevare, tra gli altri, oltre 60 frigoriferi e congelatori, cinque metri cubi di copertoni usati, motori e parti meccaniche di diverse autovetture (alcuni dei quali percolanti olio), batterie per automobili, decine di biciclette e ingente materiale di scarto da lavorazione edile.
Sono in corso anche approfondimenti sul materiale utilizzato per coprire un capanno ivi presente, che si sospetta essere composto da amianto di cui sarebbe necessaria la bonifica. Al termine dell’attività l’uomo che aveva la disponibilità del fondo è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Urbino per il reato di attività di gestione di rifiuti non autorizzata, mentre l’area adibita a discarica e i locali similmente impiegati per occultare i rifiuti (pari a complessivi 1.250 metri quadri) sono stati sottoposti a sequestro, in attesa delle future opere di bonifica che potranno restituire all’area il suo valore naturalistico.