Che il mattone in Italia sia considerato un bene rifugio non è una novità, maoggi la realtà è cambiata e le prospettive di reddito legate ad una seconda casa sono sempre più esigue. Spesso anche l’abitazione principale, soprattutto a chi ha esigenze di cambiare frequentemente domicilio per ragioni di lavoro, conviene prenderla in affitto piuttosto che comprarla. Insomma, prima di acquistare un immobile, soprattutto nel caso di una seconda casa, bisogna farsi due conti e chiedersi se davvero sia un buon investimento. Una casa di proprietà dove non si risiede, infatti, è difficile da mettere a reddito dato che i canoni di locazione, al netto dei rischi, delle spese e delle tasse, non rendono più come una volta. Vediamo quali sono le principali spese da sostenere in questi casi e a quanto ammontano le tasse.
Bollette: il costo di luce e gas nella seconda casa
Sulla seconda casa la luce si paga decisamente di più rispetto alla casa di residenza, anche a causa dell’aumento degli oneri di sistema, avvenuto con la modifica del 2017. Di fronte a questa situazione, è sempre consigliabile valutare attentamente tutte le diverse tariffe per la luce nella seconda casa, offerte da Accendi Luce & Gas per esempio, e da altri fornitori che mettono a disposizione soluzioni convenienti. Infatti, se dal 2017 le fasce di consumo sono state accorpate nell’unica tariffa di distribuzione (TD) che è uguale per tutti gli utenti, i residenti pagano gli oneri di sistema solo in funzione dell’energia consumata, mentre ai non residenti viene applicata anche una quota fissa. Una soluzione che tende a incentivare l’uso della luce elettrica, visto che, in proporzione, i costi diminuiscono solo se i consumi aumentano. Nessuna differenza invece per quello che riguarda la fornitura del gas in città, perché le tariffe non sono soggette alla condizione o meno di residenza. Le variazioni di questa fonte energetica, infatti, dipendono dalla zona geografica nella quale è collocata l’abitazione.
Tasse: a quanto ammontano IMU, TASI e TARI
Dai dati comunicati dalla Segreteria Confederale UIL, il costo medio dell’IMU/TASI di una seconda abitazione, all’interno di un capoluogo di provincia, è intorno ai 1.070 euro, divisi nelle due rate di giugno e dicembre. Nelle grandi città invece si possono pagare anche più di 2.000 euro complessivi, cifra che supera i 2.600 euro e può arrivare anche ai 6.000 se si tratta di ville, castelli e case signorili. E oltre l’IMU c’è da pagare sulla seconda casa anche la TASI, e cioè la tassa sui servizi indivisibili, che in molti Comuniviene accorpata all’IMU con un’aliquota diversa, che viene calcolata comunque sulla base imponibile del valore catastale dell’immobile. La TARI invece può non essere pagata se la casa è disabitata e priva di utenze, mentre se è abitata solo per alcuni periodi dell’anno la si può conteggiare ridotta.
Da quanto finora si capisce come investire nel mercato immobiliare comporti diversi oneri, per cui occorre valutare attentamente il da farsi prima di lanciarsi in una compravendita che in futuro potrebbe rivelarsi poco produttiva.