Fano (PU) – “I luoghi dove posizionare le antenne sono il risultato di scelte politiche della precedente amministrazione. I provider hanno agito in autonomia perché gli assessori competenti, che avrebbero dovuto vigilare e gestire il processo, hanno mostrato totale disinteresse, arrivando persino a non rispondere a e-mail e PEC in cui gli stessi provider richiedevano ospitalità per il posizionamento delle antenne”. Con queste parole, il sindaco Serfilippi e il vicesindaco Manocchi rendono pubbliche le informazioni e chiariscono le scelte politiche che hanno portato alla situazione attuale, come dimostrato dal recente caso di Bellocchi.
Il vicesindaco Manocchi riepiloga gli iter relativi all’installazione delle antenne, ereditati dalla precedente amministrazione: “Per quanto riguarda Bellocchi, c’è un’autorizzazione per procedere con l’installazione delle antenne, alla quale ci opporremo fermamente. Al Don Orione, nel campo don Bosco, l’iter è ormai quasi concluso e ha già ottenuto tutti i pareri favorevoli, in particolare per l’installazione di Iliad. Abbiamo comunque avviato colloqui per cercare un sito alternativo, ma la situazione si presenta complessa. In via Aldo Moro, all’altezza di Poderino, è in corso di valutazione una nuova richiesta per l’installazione di un’antenna Vodafone. A Ponte Sasso siamo intervenuti con una risoluzione positiva: una nuova richiesta di antenna è stata indirizzata, grazie al nostro intervento, verso una posizione più idonea, ovvero il depuratore di Aset. Al Fenile si era inizialmente prevista l’installazione di un’antenna nel centro abitato, sul lato Cante di Montevecchio. Tuttavia, l’amministrazione ha proposto come alternativa un’area comunale oltre l’A14, vicino al Cimitero dell’Ulivo. Infine, in via Jozzino, è in corso un’indagine da parte del provider, che sta effettuando dei sondaggi per individuare il sito più adatto; anche qui stiamo lavorando per trovare una soluzione. In via Baviera, presso la sede dei Vigili del Fuoco, l’iter per l’antenna è già stato approvato, rendendo la sua rimozione difficilmente realizzabile”.
“L’assenza di un piano antenne, che avrebbe dovuto individuare i siti adeguati in relazione all’elettromagnetismo e ai vincoli ambientali, ha creato una situazione di deregulation – continuano Serfilippi e Manocchi -. Il Comune di Fano è rimasto privo di questo piano a causa di una sentenza del TAR che ha annullato i documenti pianificatori relativi al piano antenne, generando un vuoto normativo di 6 mesi. Durante questo periodo di incertezza, sono arrivate numerose richieste di installazione da parte dei provider, che necessitavano di un potenziamento della rete. La mancanza di linee guida precise ha favorito le richieste dei provider, poiché il Comune non era in grado di proporre alternative adeguate. L’assenza del piano antenne ha quindi permesso ai provider di operare senza restrizioni, scegliendo i terreni senza vincoli definiti per l’ubicazione delle antenne.
Serfilippi e Manocchi aggiungono: “Se è vero che la scelta di collocare antenne su alcuni terreni privati è dipesa in gran parte dalla progettualità discrezionale dei provider, è altrettanto vero che è venuta meno una comunicazione efficace e proficua tra l’amministrazione comunale e i provider. Iliad, ad esempio, ha confermato come, con la precedente giunta, non ci fosse alcun dialogo: alle loro richieste di ospitalità via e-mail e PEC non si è mai dato seguito. Con una migliore interlocuzione e un piano antenne ben strutturato, si sarebbero potuti evitare compromessi su determinati terreni. Il piano, arrivato in ritardo, ha aperto la strada a scelte di localizzazione che si sarebbero potute scongiurare. Di conseguenza, le numerose richieste di installazione di antenne derivano da questa mancanza di regolamentazione che abbiamo ereditato”.
Per quanto riguarda la situazione attuale, Serfilippi dichiara: “ho inviato una richiesta formale a Inwit chiedendo di sospendere il cantiere di Bellocchi e di avviare un dialogo per trovare una soluzione condivisa. Mi oppongo fermamente a queste decisioni e farò tutto il possibile per evitare che un’antenna di quella portata venga installata in un’area residenziale”.