Fano (PU) – “Un’occasione persa per promuovere la città, la sua storia, le sue eccellenze che non sono rappresentati da un evento “format”, ma passano per Carnevale, Fano dei Cesari, il Festival Passaggi, Fano Jazz ed altri eventi ormai storici e tradizionali”.
Lo dichiarano i consiglieri comunali della Lega Fano Luca Serfilippi, Gianluca Ilari, Luigi Scopelliti, Marianna Magrini e il segretario comunale Alessandro Brandoni che commentano la scelta operata dall’assessora Cora Fattori di dedicare la settimana in cui Pesaro città della cultura 2024 porrà i suoi riflettori su Fano al “Circonomia” il festival di Alba inserito nella settimana della Cultura fanese che si fregia dello slogan «Naturalmente culturali».
“Nulla contro il festival Circonomia che apprezziamo, ma non condividiamo la scelta di concentrare l’attenzione su un format “generalistico” piuttosto che sull’identità e sulla storia della nostra città. Le scelte operate dall’assessora Cora Fattori non sono state oggetto di un dibattito o di una riflessione e non sono state condivise né con il mondo culturale, né con gli operatori economici e pertanto si presentano come auto referenziate. L’assessora Fattori si ricorda che Fano è la città del carnevale tra i più antichi d’Italia? L’assessora Fattori si ricorda che Fano è stata un importante centro romano, conosciuto come Fanum Fortunae? L’assessora Fattori si ricorda che Fano è la città di Vitruvio? L’assessore Fattore si ricorda che a Fano esiste “Passaggi” uno dei festival di saggistica italiana che rappresenta un’eccellenza nazionale? E’ francamente difficile trovare il senso di una promozione territoriale e culturale di Fano attraverso un format nazionale che parla di economia circolare, utile all’interno di una programmazione stagionale, ma assolutamente inadatto per promuovere identità di una città che invece ha una storia antica e un’offerta culturale di assoluto primo piano”.
“Oltre all’autoreferenzialità di queste scelte – conclude Serfilippi – voglio sottolineare la costante inerzia con cui Fano ha vissuto Pesaro Capitale della Cultura 2024. Al posto che strutturare un programma complessivo e sinergico con cui valorizzare e mettere a sistema le due città che rappresentano entrambe un’offerta integrabile e non concorrenziale, ci si è limitati al minimo indispensabile, svolgendo un compitino non all’altezza della terza città delle Marche. Servono strategie, visioni, ascolto, coordinamento, dinamismo. Servivano idee, coraggio e un po’ di orgoglio nel mettere in campo una proposta identitaria in un momento in cui la nostra città ha la possibilità di essere valorizzata, creando un beneficio economico per tutti quei settori che in questi anni non sono mai riusciti a crescere e a sognare per colpa di una giunta inadeguata e senza idee”.